Aerosol: come e quando farlo | Altroconsumo

2023-03-23 14:44:39 By : Ms. Emily Chen

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Gli apparecchi per aerosol sono ormai diventati di uso comune, sia tra gli adulti che soffrono di patologie legate all'apparato respiratorio sia tra i bambini. Ma come sceglierli? Sono tutti uguali? Qualche consiglio su quali comprare e come usarli.

La terapia con aerosol è una pratica molto utilizzata nei mesi freddi con l’arrivo dei malanni di stagione, ma anche in primavera quando arrivano le allergie. Un nebulizzatore produce una nebbiolina che, una volta inalata trasporta il farmaco nelle vie aeree fino in profondità, aiutando a mantenerle libere. Attenzione però, l’aerosol non è sempre utile, e se non viene eseguita correttamente può essere poco efficace. Ecco alcune informazioni da sapere e qualche consiglio che possono aiutarti a eseguirla meglio.

L’aerosolterapia, comunemente chiamata aerosol, è una pratica antica che si è evoluta nel tempo. Si tratta di una tecnica di somministrazione di farmaci, adoperata per alleviare i sintomi di varie malattie respiratorie.

Si esegue con un dispositivo elettronico chiamato nebulizzatore, che trasforma unfarmaco (in forma liquida) in micro-goccioline di vapore, chiamato aerosol. Le goccioline medicali vengono inalate attraverso un boccaglio o mascherina, e veicolate lungo l'albero respiratorio, fino ai polmoni e bronchi. Se da una parte questa terapia consente di somministrare il farmaco in maniera mirata, con tempi di azione più rapidi e limitando gli effetti collaterali (dal momento che permette di utilizzare dosi più basse rispetto a quelle necessarie se il farmaco fosse somministrato per bocca), dall’altra però, è risaputo che durante l’erogazione gran parte del farmaco viene disperso nell’aria, una parte resta nell’ampolla e una parte si ferma lungo il tragitto, prima di arrivare in profondità. Pertanto, la dose effettiva di farmaco che arriva in profondità è inferiore a quella che messa nell’ampolla. L'efficacia dell’aerosolterapia dipende, però, proprio dalla quantità di farmaco che alla fine dell’erogazione si deposita nelle vie aeree. La deposizione varia in funzione del paziente, del dispositivo utilizzato (per la sua capacità di generare goccioline piccole) e dalla modalità con cui si esegue la procedura.

La somministrazione di farmaci tramite aerosol è impiegata nel trattamento di diverse malattie respiratorie, dai classici malanni di stagione e allergie primaverili, a condizioni cliniche più serie quali l’asma, malattie polmonari ostruttive (anche quelle croniche), fibrosi cistica, bronchiolite, bronchiectasie, infezioni polmonari.

L'utilità o meno dell'aerosol è strettamente correlata all'utilità del farmaco che usato, oltre che alla necessità di somministrare la terapia “mirata” direttamente a livello delle vie aeree. Se per molte di queste patologie ci sono terapie di dimostrata efficacia somministrabili con aerosol, alcuni utilizzi non sono altrettanto supportati. Il più noto (è ricorrente) è l'utilizzo di farmaci cortisonici per alleviare la tosse dovuta a malattie respiratorie stagionali. Si tratta di una pratica sconsigliabile a cui abbiamo dedicato il paragrafo Quando è utile fare l’aerosol con cortisone.

L’aerosolterapia, comunemente chiamata aerosol, è una pratica antica che si è evoluta nel tempo. Si tratta di una tecnica di somministrazione di farmaci, adoperata per alleviare i sintomi di varie malattie respiratorie.

Si esegue con un dispositivo elettronico chiamato nebulizzatore, che trasforma unfarmaco (in forma liquida) in micro-goccioline di vapore, chiamato aerosol. Le goccioline medicali vengono inalate attraverso un boccaglio o mascherina, e veicolate lungo l'albero respiratorio, fino ai polmoni e bronchi. Se da una parte questa terapia consente di somministrare il farmaco in maniera mirata, con tempi di azione più rapidi e limitando gli effetti collaterali (dal momento che permette di utilizzare dosi più basse rispetto a quelle necessarie se il farmaco fosse somministrato per bocca), dall’altra però, è risaputo che durante l’erogazione gran parte del farmaco viene disperso nell’aria, una parte resta nell’ampolla e una parte si ferma lungo il tragitto, prima di arrivare in profondità. Pertanto, la dose effettiva di farmaco che arriva in profondità è inferiore a quella che messa nell’ampolla. L'efficacia dell’aerosolterapia dipende, però, proprio dalla quantità di farmaco che alla fine dell’erogazione si deposita nelle vie aeree. La deposizione varia in funzione del paziente, del dispositivo utilizzato (per la sua capacità di generare goccioline piccole) e dalla modalità con cui si esegue la procedura.

Sebbene esistano tipi diversi di nebulizzatori portatili, fanno tutti la stessa cosa: trasformano un farmaco in forma liquida in micro-goccioline, l’aerosol appunto, che vengono inalate nella cavità orale /nasale del paziente e da lì migrano verso le basse vie aeree.

Si tratta in generale di dispositivi compatti, più o meno piccoli, che possono essere alimentati a batteria o a rete elettrica. Si possono acquistare in farmacia, parafarmacia, negozi che vendono articoli sanitari ma anche online a prezzi svariati che vanno mediamente da 25 a 60 euro. I prezzi possono variare in base al tipo di apparecchio, al negozio e alla stagione.

I vari dispositivi si differenziano per la tecnica con cui generano l’aerosol.

Si tratta degli apparecchi  più tradizionali, nebulizzano il farmaco mediante un getto di aria compressa o ossigeno prodotto da un compressore, che viene azionato dall’energia elettrica. Sono quelli più utilizzati perché sono meno costosi.

Sono costituiti da più elementi separati da assemblare insieme al momento della pratica:

Vantaggi: permettono di nebulizzare qualsiasi farmaco in quanto non ne alterano le caratteristiche e sono più economici (può costare intorno ai 25-30 euro)

Svantaggi: sono più lenti e più rumorosi, e ciò può renderli più fastidioso soprattutto per i bambini. Inoltre, sono più ingombranti e hanno un’alimentazione elettrica che li rende poco pratici durante i viaggi.

Sono apparecchi di nuova generazione, nebulizzano il farmaco utilizzando come fonte di energia la vibrazione di un cristallo.  Le vibrazioni del cristallo si trasmettono al farmaco in soluzione sulla cui superficie si formano delle onde. Dalla cresta delle onde le goccioline vengono liberate come nebbia.

Vantaggi: sono più piccoli, più veloci, meno rumorosi e alimentati anche a batterie.

Svantaggi: sono più costosi (può arrivare a costare anche il doppio del tradizionale) e non permettono di nebulizzare efficacemente tutti i farmaci: la soluzione potrebbe surriscaldarsi, pertanto, non devono essere utilizzati con farmaci sensibili al calore, le sospensioni o soluzioni oleose. Nei foglietti illustrativi dei farmaci è segnalato se possono essere utilizzati anche per gli aerosol a ultrasuoni. Per es. in quello di Budexan (che contiene budesonide) è indicato “A causa della piccola quantità erogata di budesonide, i nebulizzatori ultrasonici non dovrebbero essere utilizzati per somministrare Budexan”.

Sebbene sia una tecnica facile da eseguire, per garantire che il farmaco raggiunga il suo bersaglio nella giusta quantità, è necessario eseguirla correttamente.

Riportiamo la procedura con un aerosol a pistone.

Per quanto riguarda quello a ultrasuoni, potrebbe differire leggermente, attenersi alle raccomandazioni del produttore.

La mascherina e il boccaglio sono indicate nel trattamento delle patologie che interessano le basse vie aeree. Mentre le forcelle nasali sono indicate in caso di otiti, riniti e sinusiti. Il naso tende a filtrare più della bocca, pertanto trattiene più goccioline e ne limita la migrazione nella zona più profonda.

Nella scelta tra boccaglio e mascherina, è da preferire il boccaglio (eccetto nei bambini). Oltre a essere più comodo, permette una minore dispersione dell’aerosol nell’ambiente aumentando la quantità di farmaco che arriva ai polmoni e ai bronchi. Deve essere tenuto tra i denti con le labbra ben chiuse. Per quanto riguarda la mascherina, deve aderire bene al volto coprendo naso e bocca in modo che la soluzione non venga dispersa nell’ambiente (nei bambini usare la mascherina pediatrica adatta ai visi piccoli). Con l’uso della maschera, tracce di farmaco possono rimanere sulla pelle del viso e a volte entrare negli occhi, e pertanto potrebbe esporre la pelle e gli occhi del paziente a un rischio di effetti collaterali al farmaco. Una maschera ben aderente e adeguata alla misura del viso riduce il rischio che il farmaco entri negli occhi e migliora la quantità di farmaco che arriva in profondità. Non chiudere i buchi laterali che permettono l’ingresso di aria.

Il tipo di respiro che il paziente adotta durante l’esecuzione dell’aerosol terapia influenza la quantità di farmaco che si deposita lungo le vie aeree e che arriva in profondità.  

La tecnica migliore da utilizzare durante l’aerosol consiste nel respirare a volume corrente non troppo rapidamente e senza pause. Ne è d’accordo anche l’American Association of Respiratory Care che nella guida all’uso dell’aerosolterapia per i pazienti indica che per ottenere i migliori risultati bisogna sedersi dritto e respirare normalmente durante il trattamento. Ogni tanto, bisogna fare un respiro lento e profondo e trattenere il respiro per 5-10 secondi prima di espirare. Questo aiuta a far confluire più farmaco ai polmoni.

Quando si usa la mascherina, respirare con la bocca e non con il naso, in modo da evitare che le goccioline restino intrappolate nel naso e non raggiungano il bersaglio.

L’aerosolterapia non è ben accettata dai bambini, per via della mascherina e della rumorosità del macchinario. Succede pertanto che il bambino inizi a piangere o si stacchi la mascherina. Entrambi questi comportamenti compromettono l’efficacia della terapia. Se un bambino piange durante la somministrazione dell’aerosol, la maggior parte di farmaco si deposita in oro-faringe e poi viene deglutita; se si stacca la mascherina gran parte della nebulizzazione di disperde nell’aria. In entrambi i casi la dose che raggiunge i polmoni e i bronchi è molto ridotta, pertanto la terapia risulterà poco efficace. Ogni mamma dovrebbe trovare la strategia più adatta al proprio bambino per distrarlo mentre si esegue la terapia, facendogli per esempio sfogliare un libro, fare un disegno, guardare la TV.

La pulizia dell'apparecchio è fondamentale sia per il corretto funzionamento sia per ridurre il rischio di infezioni. Ecco cosa devi fare:

L'obiettivo principale di tutti i farmaci usati nelle malattie respiratorie è quello di liberare le vie aeree in modo da facilitare la respirazione.

Il restringimento delle vie aeree che caratterizza le malattie respiratorie è solitamente dovuto a:

Le classi di farmaci utilizzati a tale scopo sono le seguenti:

Non tutti i farmaci possono essere utilizzati per aerosol. Per poter essere nebulizzato un farmaco deve essere disponibile nella formulazione soluzione o sospensione da nebulizzare, solitamente sono in commercio come fiale monodosi o in flaconi multidose. Alcuni farmaci sono disponibili solo in una formulazione altri invece in più di una formulazione e con lo stesso nome o nomi simili. Pertanto, prima di usare un farmaco per aerosol accertarsi di utilizzare la formulazione corretta. L’informazione è reperibile nel nome del farmaco (deve indicare Soluzione per nebulizzazione) e nella descrizione della modalità d’uso del foglietto illustrativo.

Ci sono una serie di vantaggi e svantaggi associati alla somministrazione dei farmaci per via inalatoria (tramite aerosol) rispetto a quelli somministrati per via orale o endovenosa.

I principali vantaggi che ha un farmaco somministrato attraverso aerosol:

Nonostante tutti questi vantaggi, se non eseguita bene solo una piccola quantità di farmaco riesce a raggiunge i polmoni e i bronchi, perché la restante parte si deposita nell’oro/naso-faringe, si disperde in larga parte nell'aria durante l’espirazione, una parte resta nell’ampolla. Alcuni studi hanno calcolato che se non si esegue correttamente (per es. se la mascherina non aderisce bene al volto), solo il 10-15% della dose totale, ossia di quella versata nell’ampolla, riesce a raggiungere e depositarsi nelle basse vie aeree. Una serie di variabili (che dipendono dal farmaco, apparecchio, paziente) possono influenzare il trasporto del farmaco somministrato per via inalatoria. Tra gli svantaggi della tecnica inalatoria, ricordiamo anche che, non tutti i farmaci hanno una formulazione adatta all’inalazione, che è una pratica che richiede tempo e può essere rumorosa. Per esempio, non è accettata facilmente dai bambini per via del fastidio arrecato dalla mascherina ma anche dal rumore emesso dall’apparecchio.

Come accennato in precedenza, l’uso dell’aerosol non assicura di per sé che il farmaco sia assunto correttamente. Se non eseguito correttamente, solo una piccola parte del farmaco giunge infatti a destinazione, cioè a livello delle vie aeree più basse, dove si trovano bronchi e polmoni. Parte del farmaco aerosolizzato, trovando ostacoli nel suo percorso, si ferma ben prima di arrivare a fondo. Altra parte viene addirittura persa prima di incominciare il suo percorso, disperdendosi nell’aria. Ecco i motivi.

Gli studi indicano che avendo i cortisonici per via inalatoria la capacità di ridurre velocemente l'infiammazione e i gonfiori, sono preziosi solo in alcune circostanze e sono davvero indispensabili nel trattamento di poche condizioni ben definite, che sono: l'attacco d'asma, l'asma cronica e la laringite acuta stenosante infettiva, detta anche croup.

Nonostante il cortisone sia un farmaco da prescrizione e che dunque dovrebbe essere assunto solo dopo visita medica, molte persone fanno l’aerosol con cortisone di loro iniziativa, avendolo già in casa, per via dell’errata convinzione di curare la tosse con i cortisonici.

Non ci sono prove in letteratura che indicano che il cortisone inalato sia efficace per la cura dei malanni di stagione. L’uso di cortisone non accorcia la durata dei sintomi delle infiammazioni acute delle prime vie respiratorie. Guariscono spontaneamente nell’arco di una settimana o poco più. Per maggiori informazioni vedi anche la scheda sugli aerosol al cortisone.

In caso di tosse produttiva, cioè caratterizzata dalla produzione di catarro, si ricorre spesso ai farmaci mucolitici o espettoranti, che agiscono influenzando la viscosità e la composizione stessa della secrezione respiratoria per renderla più facilmente espettorabile. Purtroppo, le prove che questi farmaci siano utili sono molto scarse, tanto che l’analisi degli studi non permette di capire se questi farmaci abbiamo un qualche valore per i pazienti, vale a dire li aiutino con la loro tosse. Questi farmaci sono spesso disponibili come sciroppi e alcuni di questi sono disponibili anche in forme farmaceutiche aerosolizzabili. Sono più utili se somministrati con l’aerosol? Difficile dirlo di fronte a tale scarsezza di letteratura scientifica.

La soluzione ipertonica è una soluzione di acqua e sale a maggior contenuto salino (generalmente ≥ 3%) rispetto alla fisiologica, può essere usata per il lavaggio nasale ma può essere anche inalata con nebulizzatore. Esercita un’azione espettorante facilitando l’espulsione di muco, e permette di idratare le vie respiratorie (richiamando acqua per effetto osmotico).

La sua attività è stata studiata in pazienti con fibrosi cistica, bronchiectasie e bronchiolite. Un’ analisi degli studi pubblicati in letteratura che ne hanno valutato l’efficacia e la sicurezza in neonati con bronchiolite acuta ha concluso che la soluzione ipertonica può ridurre modestamente la durata della degenza tra i bambini ricoverati con bronchiolite acuta e migliorare la severità dei sintomi. Tuttavia, l’analisi non permette conclusioni esaustive dal momento che la qualità degli studi non era ottimale.

È considerata una terapia sicura, ma attenzione a miscelarla con farmaci, con alcuni medicinali non è raccomandata.

I rischi associati alla terapia farmacologica assunta tramite aerosol sono legati al tipo di farmaco inalato, al tipo di dispositivo impiegato, alla tecnica di somministrazione e all’ambiente. I rischi possono coinvolgere i pazienti che si sottopongono a terapia, ma anche i caregivers o altre persone nei dintorni.

I rischi più comune sono rappresentati dalle reazioni avverse al farmaco, pertanto sono legati al tipo di farmaco. In conseguenza di ciò, i farmaci da far inalare dovrebbero essere somministrati con prudenza. Le reazioni avverse possono comprendere mal di testa, insonnia, e irrequietezza con farmaci quali gli agenti adrenergici, effetti locali topici con gli anticolinergici, ed effetti sistemici/locali con i corticosteroidi tra cui ritardo della crescita nei bambini e adolescenti, riduzione della densità minerale ossea, cataratta, glaucoma, depressione, disturbi del sonno. Se comparisse uno qualsiasi di questi sintomi durante la terapia aerosolica, il trattamento dovrebbe essere sospeso ed informato il medico.

Infezioni: i nebulizzatori di aerosol possono essere contaminati da batteri e ciò aumenta il rischio di infezioni nei pazienti affetti da malattie respiratorie. Procedure corrette di manipolazione dei farmaci, pulizia dei dispositivi e di sterilizzazione possono ridurre considerevolmente questo rischio.

Irritazione degli occhi: I farmaci aerosolizzati tramite una maschera facciale possono depositarsi inavvertitamente sugli occhi e causare irritazione oculare. La cura dell’interfaccia maschera facciale/paziente può eliminare questo problema ed aumentare la quantità di farmaco che si riesce a far giungere fino alle vie aeree distali. Quindi, quando si utilizza una maschera per la somministrazione di un farmaco per via aerosolica bisognerebbe preoccuparsi di farlo con accortezza.

Leggi il nostro approfondimento sull'influenza e raffreddore e sintomi influenzali.

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